Centro Down Alessandria: storia di una “Storia d’amore”
Incontro con i ragazzi e gli operatori del gruppo teatrale del Centro Down di Alessandria. Un'occasione per scoprire una realtà della città che ha tanto da raccontare. Ci siamo fatti guidare in questo viaggio dal direttore, dagli operatori, dai genitori e, ovviamente, dai giovani protagonisti.
Incontro con i ragazzi e gli operatori del gruppo teatrale del Centro Down di Alessandria. Un'occasione per scoprire una realtà della città che ha tanto da raccontare. Ci siamo fatti guidare in questo viaggio dal direttore, dagli operatori, dai genitori e, ovviamente, dai giovani protagonisti.
Si è concluso da poco più di una settimana il sesto spettacolo teatrale – “Storia d’amore” – portato in scena dai ragazzi del Centro Down, ma l’emozione, quando li incontriamo per farci raccontare la loro esperienza, è ancora forte. Quest’anno il tema scelto è stato quello della vita di coppia e della costruzione di una famiglia, e mentre scopriamo la storia di questa importante realtà di Alessandria viene da pensare che si tratti davvero di un’unica grande storia d’impegno e d’amore, cominciata nel 1995 grazie al coraggio e allo spirito d’iniziativa di alcuni genitori. Da allora le attività del centro sono costantemente cresciute e oggi offrono ai ragazzi una grande varietà di stimoli e di opportunità per sperimentarsi e acquisire sempre maggiore autonomia, fiducia in se stessi, consapevolezza e competenze. Un percorso costruito negli anni, portato avanti con costanza e dedizione grazie all’impegno di un team di volontari ripartiti nei diversi servizi, supervisionati da esperti qualificati nelle varie discipline. Come ci ha spiegato lo ‘storico’ presidente, Umberto Venturelli, “si va dalla consulenza psicologica, tanto per i ragazzi che per i genitori, alla logopedia, alla musicoterapia, al laboratorio teatrale curato dall’associazione Culturale Teatrodistinto (composta da Daniel Gol, Laura Marchegiani e Alessandro Nosotti). Ci sono laboratori di informatica, di tessitura, di falegnameria, di cucina, di decoupage, di canto corale – per aiutare i ragazzi a utilizzare al meglio la voce, uno dei punti deboli per molti – e uno spazio dedicato all’approccio cognitivo proposto dal metodo Feuerstein. Non mancano neppure le attività sportive: pallavolo, ippoterapia (riabilitazione con l’aiuto dei cavalli), nuoto. C’è perfino un progetto di clownterapia in collaborazione con l’associazione Vip Alessandria. Un sostegno importante per le famiglie, che hanno l’opportunità di conoscersi e condividere insieme un percorso di vita non sempre facile”.
Noi, in particolare, abbiamo passato alcune ore con i giovani protagonisti del gruppo di teatro e alcune volontarie del Centro (Lucia Assone, Elisabetta Rocca e Roberta Taverna): una pizza prima e una chiacchierata seduti in cerchio dopo, per farci raccontare da loro, dal direttore Venturelli, dai genitori e dai responsabili di Teatrodistinto 
Chiacchierando con i ragazzi scopriamo che uno dei momenti più importanti è quello della scelta delle parti che dovranno interpretare, e come in qualsiasi compagnia che si rispetti non mancano invidie e gelosie. C’è chi si affeziona così tanto
al suo personaggio da chiedere di poter interpretare il medesimo ruolo anche negli anni futuri,
chi si lamenta perché non è soddisfatto di parti della propria performance, chi, con una lucidità che ci colpisce, racconta i miglioramenti che ha fatto nel corso degli anni e chi spiega con enfasi quali e quante siano state le difficoltà di alcuni passaggi specifici e come sia fondamentale il rapporto con i volontari e gli altri membri della compagnia (tutti sono in scena e hanno un ruolo attivo nello spettacolo, non solo i ragazzi). Quella dell’incontro dopo la rappresentazione finale è anche un’ottima occasione per prendersi un po’ in giro, ridere insieme delle tensioni che hanno accompagnato l’entrata in scena – l’ansia da palcoscenico non fa sconti! – di ciò che non è andato esattamente come programmato ma che, puntualmente, alla fine è risultato non meno efficace agli occhi degli spettatori. Alcuni dei ragazzi (una ventina in tutto) fanno parte del gruppo ormai da diversi anni, mentre altri si sono aggiunti solamente negli ultimi spettacoli. Una realtà, quella del centro, sempre in divenire, che ogni anno aggiunge un tassello alla formazione dei partecipanti e consente loro di fare nuove conquiste. Un’esperienza capace di toccare nel profondo del cuore non solo partecipanti e genitori, ma anche gli stessi operatori, accomunati da uno sguardo e una luce negli occhi che non lascia spazio a dubbi: quella del lavoro con i ragazzi per loro non è solamente un’attività di volontariato ma una grande esperienza di vita. Li salutiamo mentre, nei locali di via Mazzini, dove il centro è ospitato, si scatenano ballando a ritmo di musica per festeggiare tutti insieme la grande riuscita dello spettacolo: un momento di gioia e liberazione per farsi i complimenti a vicenda e, perché no, cominciare a gettare le basi dei progetti futuri. Per quanti si fossero persi lo spettacolo di quest’anno o volessero rivederlo l’appuntamento è a Novi Ligure per la replica in programma il 29 ottobre.