Senza telefono per mesi: Borgo Cittadella ha avuto la sua parziale rivincita
L'abbattimento del ponte cittadella comportò lo spostamento delle linee telefoniche delle utenze di Borgo Cittadella. Un'operazione che procurò gravi disagi ai cittadini lì residenti
L'abbattimento del ponte cittadella comportò lo spostamento delle linee telefoniche delle utenze di Borgo Cittadella. Un'operazione che procurò gravi disagi ai cittadini lì residenti
Se non eravate tra i malcapitati magari non ne avrete nemmeno sentito parlare; o forse lo avrete letto, o vi sarà giunta in qualche altro modo la notizia, e l’avrete presto dimenticato. Se invece eravate tra gli sfortunati che hanno una casa o un’attività in Borgo Cittadella sicuramente più di qualche grattacapo per la testa vi sarà passato e non avrete ancora digerito la rabbia per quello che vi è successo.
Torniamo a due anni fa. Era il 7 agosto 2009, l’estate era calda e il ponte Cittadella stava per essere abbattuto per far defluire meglio le acque del fiume Tanaro. Per abbattere il ponte però si dovettero spostare le linee telefoniche del Borgo Cittadella: tutte le utenze della zona furono deviate in una nuova cabina alla destra del ponte Tiziano, un container cintato vicino alla chiesetta di via Gordano Bruno. Lo spostamento però non funzionò al meglio. Dal quel 7 agosto 2009 molti cittadini e aziende del Borgo Cittadella rimasero isolati, senza più possibilità di chiamare dal loro telefono. Per alcuni il fastidio durò solo pochi giorni ma per molti si protrasse per lunghi periodi, durando anche per mesi con i conseguenti disagi che si possono immaginare.
La causa del disservizio era dovuta al fatto che tutte le linee di utenza non Telecom non potevano essere riallacciate subito in quanto lo spostamento in una nuova cabina avrebbe richiesto il passaggio del contratto delle aziende telefoniche terze con cui i cittadini avevano firmato. Si creò così la paradossale situazione in cui i doppini delle linee telefoniche di operatori diversi da Telecom rimanevano staccati a penzolare nella nuova cabina.
“All’interno del progetto di spostamento delle linee telefoniche ci doveva essere un piano per l’immediato ripristino-ha detto, a due anni di distanza, Stefano Orsi del comitato ‘senza telefono’. La cosa scandalosa sono stati i tempi di ripristino di una linea che era attiva e che è stata interrotta per pubblica utilità”.
L’interruzione del servizio telefonico fece prendere la decisione ad alcuni utenti di firmare nuovi accordi, portandoli così ad avere due contratti diversi attivi allo stesso tempo nel momento in cui fu riattivata la vecchia linea. Altri decisero solo di attendere, aspettando mesi per il ripristino del loro telefono.
A causa dei disservizi molti cittadini decisero di rivolgersi al Corecom di Torino (emanazione regionale del garante per le comunicazioni), un passaggio necessario per ottenere il risarcimento dei soldi spesi a causa dell’interruzione di servizio. Per i contratti stipulati con le compagnie telefoniche infatti è previsto che in questi casi si venga pagati 10 euro al giorno per 10 giorni, dopodiché la cifra da pagare è a discrezione dell’azienda; questa discrezionalità si decide al Corecom. Il problema in questi casi è che molti non si rivolgono agli organi competenti per il timore di dover pagare qualcosa per far valere dei diritti che invece spettano loro.
Comunque, come ha spiegato Stefano Orsi: “Chi è andato al Corecom è tornato soddisfatto. Nel tardo autunnoinverno del 2010 quelli che hanno chiesto i rimborsi sono riusciti a ottenerli.”
Non si sa però se sia ancora tutto finito: all’epoca della vicenda, infatti, furono effettuati diversi esposti da più cittadini, compreso lo stesso Orsi, ma non è dato sapere che esito abbiano avuto ne tantomeno siano stati archiviati