Caso Caridi: si mobilitano cittadini e associazioni
Si è svolto ieri sera un incontro pubblico per discutere del rischio infiltrazioni della criminalità organizzata in città e delle contromisure da intraprendere. A discuterne cittadini, esponenti delle associazioni e dei movimenti. Libera avverte: "serve vigilanza costante".
Si è svolto ieri sera un incontro pubblico per discutere del rischio infiltrazioni della criminalità organizzata in città e delle contromisure da intraprendere. A discuterne cittadini, esponenti delle associazioni e dei movimenti. Libera avverte: "serve vigilanza costante".
Pochi i politici presenti, due soli consiglieri comunali, Giorgio Barberis e Paolo Bellotti, ma tanti esponenti delle associazioni, dei sindacati, dei movimenti, oltre che semplici cittadini, indignati dai pericoli messi in luce dalle recenti indagini che hanno portato all’arresto, fra gli altri, anche del consigliere comunale Giuseppe Caridi. Un’occasione, quella di ieri sera, per confrontarsi sulla necessità, espressa a più voci, di non accontentarsi delle parole di rassicurazione espresse dall’amministrazione di Palazzo Rosso ma di voler andare a fondo del problema senza lasciare che con il tempo cali l’attenzione. Per questo si è parlato della possibilità di richiedere un Consiglio comunale aperto e di intraprendere le iniziative necessarie per stimolare l’intervento del Prefetto, così da garantire alla città un’indagine approfondita a cura dagli esperti del Ministero dell’Interno. La preoccupazione è quella che, se fosse confermata la fondatezza delle accuse nei confronti di Caridi, vista la posizione delicata ricoperta come presidente della Commissione sulle Politiche del Territorio, in questi anni siano state prese decisioni dettate da interessi vicini alla malavita organizzata e non ai cittadini. Fra le mobilitazioni proposte c’è quella di un ritrovo pubblico il 30 di giugno a partire dalle 21 sotto Palazzo Rosso, in occasione del Consiglio comunale. Una manifestazione pacifica per dimostrare la propria indignazione e la necessità di forti segnali di discontinuità.
“Questa non è la città che noi amiamo e che ci rappresenta. Serve un gesto forte – spiega Claudio Sanita, uno degli organizzatori dell’incontro di ieri – come quello di presentarsi al prossimo Consiglio comunale per testimoniare come ci sia una città che non si rassegna a possibili infiltrazioni e come l’azione antimafia non sia solo quella della magistratura ma debba essere anche la capacità dei cittadini di indignarsi e di non far trovare spazi a un fenomeno come questo”.
Intanto domani a mezzogiorno davanti al Comune di Alessandria si concluderà il progetto “Uniamo la Provincia”, promosso proprio dall’associazione Libera. Si è trattato di una corsa a tappe, più di mille chilometri percorsi attraverso tutti i 190 comuni della provincia, per portare alle amministrazioni (già prima che venisse alla luce questa possibile infiltrazione) “un messaggio in cui si ricorda appunto che ‘le mafie sono vicine’, al Nord oggi più che mai”.