‘Ndrangheta: carabinieri in azione ad Alessandria. Arrestato il consigliere comunale Caridi
19 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Torino contro presunti esponenti delle cosche. Arresti eccellenti anche ad Alessandria
19 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Torino contro presunti esponenti delle cosche. Arresti eccellenti anche ad Alessandria
Continua a leggere sul sito dell’Ansa
-Caridi Giuseppe, nato a Taurinova (Rc) il 28/1/1957 residente ad Alessandria
-Guerrisi Francesco, nato a Taurinova (Rc) il 18/9/1976 residente in Bosco Marengo (Al)
-Maiolo Antonio, nato a Oppido Mamertina (Rc) il 2/1/1940 residente a Sale (Al)
-Persico Domenico, nato a Seminara (Rc) il 16/3/1949 residente a Sale (Al)
-Pronestì Bruno Francesco, nato a Cinquefrondi (Rc) il 19/2/1949 residente a Bosco Marengo(Al)
-Rea Romeo, nato a Napoli il 3/3/1962 residente a Tortona(Al)
-Romeo Sergio, nato a Novi Ligure (Al) il 18/06/1964 residente a Pozzolo Formigaro (AL)
-Bandiera Angelo, nato a Sommariva Del Bosco (Cn) il 4/2/1972 ivi residente
-Bandiera Gaetano, nato a Carmagnola (To) l?8/8/1967 residente a Sommariva Del Bosco (Cn)
-Coloca Roberto, nato a Mondovì (Cn) il 24/03/1981 residente a Sommariva Del Bosco (Cn)
-Diliberto Monella Luigi, nato ad Asti il 23/11/1984 ivi residente
-Diliberto Monella Stefano, nato a Milena (Cl) il 6/10/1957 residente ad Asti
-Gariuolo Luigi, nato a Bra (Cn) il 29/7/1972, residente a Sommariva Del Bosco (Cn)
-Gariuolo Michele, nato a Bra (Cn) il 30/1/1969 residente a Sommariva Del Bosco (Cn)
-Guzzetta Damiano, nato ad Asti il 12/5/1971 ivi residente
-Inì Giuseppe nato a Carignano (To) il 04/01/1979 residente a Sommariva Del Bosco (Cn)
-Librizzi Francesco detto Gino, nato a Leonforte (En) il 4/6/1948 residente ad Alba (Cn)
-Zangrà Rocco, nato a Rizziconi (Rc) il 09/01/1972 residente ad Alba (Cn), allo stato detenuto presso la casa circondariale Lorusso-Cotugno di Torino
Nella mattinata odierna, nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo i Carabinieri del R.O.S., con la collaborazione dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 19 indagati per associazione di tipo mafioso, ritenuti gli esponenti di vertice di proiezioni delle cosche della ‘ndrangheta reggina in Piemonte.’Le indagini hanno consentito di documentare le dinamiche associative di alcune ‘ndrine attive ad Asti, Alba (CN) Sommariva del Bosco (CN) e Novi Ligure che, riproducendo il modello organizzativo dell’area calabrese di origine, si collocavano all’interno del locale del ‘basso Piemonte’ il cui esponente di vertice è stato individuato nell’arrestato Pronestì Bruno Francesco.’ Quest’ultimo, con il ruolo di “capo società”, dirigeva e organizzava il sodalizio assumendo le decisioni più rilevanti, comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, dirimendo i contrasti interni ed esterni al sodalizio e curando i rapporti con le altre articolazioni dell’organizzazione.’Le prime risultanze comprovanti l’esistenza di un ‘locale di ‘ndrangheta’ sul territorio piemontese derivano dalle acquisizioni tecniche confluite nell’operazione ‘Il crimine’ nel cui contesto, il 30 agosto 2009, era stato documentato un incontro avvenuto all’interno di un agrumeto di Rosarno tra il ‘Capo Crimine’ Oppedisano Domenico e i due indagati Zangrà Rocco e Gariuolo Michele nel corso della quale era stata ipotizzata la costituzione di un nuovo ‘locale’ di ‘ndrangheta, da insediare ad Alba (CN). Proprio in quel frangente era emerso il ruolo di vertice della struttura piemontese di Pronestì, che non condivideva la creazione di unaltra struttura territoriale, ma il cui assenso era ritenuto necessario dallo stesso Oppedisano Domenico.’L’odierna indagine delinea, quindi, nel dettaglio l’esistenza e l’operatività di un locale di ‘ndrangheta nel basso Piemonte, insediato nella zona di Novi Ligure e collegato alle strutture di vertice dell’organizzazione calabrese, caratterizzato da tutti gli elementi tipici dell’organizzazione di riferimento: struttura verticistica, ordinata secondo una gerarchia di poteri, di funzioni e di una ripartizione dei ruoli degli associati; pratica di riti legati all’affiliazione dei membri dell’associazione ed all’assegnazione di “doti” o “cariche”; comunanza di vita e di abitudini, scandita dall’osservanza di ‘norme interne’; forza di coesione del gruppo che assicura omertà e solidarietà nel momento del bisogno, nonché assistenza agli affiliati arrestati o detenuti e sussidi economici ai loro familiari; impermeabilità verso l’esterno ottenuta anche l’utilizzo di linguaggi convenzionali; disponibilità di armi. ‘In particolare, per quanto attiene gli aspetti organizzativi e rituali, si è rilevato come l’ingresso e il conferimento di gradi all’interno dell’ ‘onorata società’ avvenisse attraverso l’attribuzione delle cosiddette ‘doti’, il cui conseguimento è espressione di potere e di prestigio in seno all’organizzazione. Nel corso delle indagini emergono, ad esempio, in tutta la sua sacralità il conferimento della dote di “picciotto” a Caridi Giuseppe, consigliere comunale di Alessandria, a sua volta destinatario del provvedimento di cattura, che viene ammesso ufficialmente a partecipare alle attività del locale guidato da Pronestì, nonché, l’attribuzione della ‘santa’ ad alcuni degli affiliati avvenuti il 28 febbraio 2010 presso l’abitazione dello stesso Caridi Giuseppe.’ Alcune conversazioni intercettate all’indomani dell’operazione ‘Il crimine’ comprovavano, oltre all’esistenza dell’organizzazione e l’appartenenza al sodalizio degli odierni arrestati, il timore che le indagini giudiziarie dell’epoca potessero riguardare anche gli affiliati del basso Piemonte, evidenziando la consapevolezza di far parte della stessa organizzazione mafiosa e di avere intrattenuto stretti contatti con i vertici calabresi del sodalizio.’Sono, inoltre, emblematici alcuni episodi che documentano come anche la partecipazione ad eventi lieti o tristi riguardanti gli affiliati (il funerale di un congiunto o il matrimonio di un appartenente al locale) non trovi esclusivo fondamento nella condivisione del dolore o della gioia, ma sia determinata da un ben preciso vincolo associativo che impegna ogni singolo appartenente ad essere partecipe come membro del gruppo. Esigenza che veniva ribadita anche nel corso di alcune riunioni tenutesi nell’abitazione del Pronestì, laddove gli appartenenti alla c.d. società maggiore sottolineavano la necessità di partecipazione come rappresentanti del locale, incitando quelli meno convinti a farsi carico anche di questi aspetti che comunque erano parte integrante delle incombenze inerenti la vita del sodalizio.’In definitiva, le acquisizioni investigative hanno confermato la tradizionale configurazione della ‘ndrangheta, funzionale al coordinamento delle iniziative criminali delle articolazioni extraregionali, con gli interessi dell’organizzazione madre.
Nel corso della maxi operazione in corso su diverse province a partire da questa mattina i carabinieri del Ros avrebbero arrestato anche il consigliere comunale di Alessandria Giuseppe Caridi E’ prevista per le 11.30 a Torino la conferenza stampa per illustrare nei dettagli l’operazione.