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Solvay: “entro l’autunno al via la messa in sicurezza della discarica”
Sopralluogo della commissione Politiche per l'Ambiente. La barriere idraulica è già in funzione. Dopo le autorizzazioni si coprirà la discarica del cromo. Investimenti per due milioni e mezzo di euro
Sopralluogo della commissione Politiche per l'Ambiente. La barriere idraulica è già in funzione. Dopo le autorizzazioni si coprirà la discarica del cromo. Investimenti per due milioni e mezzo di euro
“Attendiamo le ultime autorizzazioni. Se i tempi saranno rispettati, entro settembre potranno partire i lavori di messa in sicurezza della cosiddetta discarica vecchia”. Lo ha detto il direttore dello stabilimento Solvay Solexis di Spinetta Marengo, Stefano Bigini (nella foto), durante il sopralluogo dei membri della commissione Politiche per l’Ambiente del comune di Alessandria. ![]()
Oltre due milioni e mezzo l’investimento previsto per la bonifica delle acque contaminate nel corso degli anni dalle aziende che si sono succedute nella gestione del polo chimico di Spinetta, e per evitare ulteriori infiltrazioni in falda: è questo l’obiettivo della dirigenza Solvay, in accordo con gli enti pubblici, Comune, Provincia, Arpa e Asl, Ato 6 in testa. “L’approvazione dell’analisi di rischio lo scorso anno ha dato avvio alla realizzazione della barriera idraulica. Ora attendiamo le ultime osservazioni sul progetto presentato per poter intervenire sulla discarica storica, presente dal 1945 e nella quale sono stati stoccati nel corso dei decenni gli scarti di lavorazione. – spiega Bigini – L’intervento consisterà nella copertura del sito e nella perimetrazione dello stesso, in modo che le acque non penetrino nel terreno e non portino in falda le sostanze inquinanti”. Bigini sottolinea più volte, nel corso del sopralluogo al quale hanno partecipato i membri della Commissione presieduta da Mario Bocchio e da alcuni consiglieri, tra cui l’assessore Roberto Sarti e il capogruppo Fabrizio Priano, “la preziosa collaborazione degli organi comunali” che hanno premuto affinché l’iter autorizzativo rispettasse i tempi.
La barriera idraulica (nella foto l’impianto di trattamento) è quindi funzionante da qualche mese: ha una capacità di pompaggio di 320 metri cubi all’ora, assorbe l’acqua inquinata da cromo esavalente che scorre sotto il sito produttivo, la “lava”, utilizzando un reagente che “abbassa” il cromo da esavalente in trivalente, e la reimmette nel circuito interno dello stabilimento. Non una vera e proprio bonifica, “ma una messa in sicurezza che fornisce garanzie”.
Il “cappotto” alla vecchia discarica sarà l’investimento più oneroso. Sotto una collina ricoperta da una vegetazione ormai incontrollata, ci sono i rifiuti altamente inquinanti che sono stati interrati dagli anni ’50 in poi: e lì sotto che l’acqua di falda è transitata, trascinando con se la carica nociva di cromo e altre sostanze, finite poi nei terreni e nelle acque attorno e scoperti tre anni fa. “Non sono situazioni che si possono risolvere in un giorno – dicono ancora dalla direzione – ma ci siamo assunti la responsabilità diretta per la bonifica. E’ nostro interesse che il sito produttivo resti tale e cresca, tutelando la salute di chi ci lavora e di chi abita qui attorno. Abbiamo in programma investimenti per decine di milioni di euro. Entrerà in funzione una nuova linea per il raddoppio della produzione di Tecnoflan e prevediamo l’assunzione in due anni di circa di una cinquantina di nuovi addetti”.
In via di completamento anche i lavori di rimozione delle coperture in amianto di alcuni capannoni e la sostituzione con materiali nuovi.
Oltre due milioni e mezzo l’investimento previsto per la bonifica delle acque contaminate nel corso degli anni dalle aziende che si sono succedute nella gestione del polo chimico di Spinetta, e per evitare ulteriori infiltrazioni in falda: è questo l’obiettivo della dirigenza Solvay, in accordo con gli enti pubblici, Comune, Provincia, Arpa e Asl, Ato 6 in testa. “L’approvazione dell’analisi di rischio lo scorso anno ha dato avvio alla realizzazione della barriera idraulica. Ora attendiamo le ultime osservazioni sul progetto presentato per poter intervenire sulla discarica storica, presente dal 1945 e nella quale sono stati stoccati nel corso dei decenni gli scarti di lavorazione. – spiega Bigini – L’intervento consisterà nella copertura del sito e nella perimetrazione dello stesso, in modo che le acque non penetrino nel terreno e non portino in falda le sostanze inquinanti”. Bigini sottolinea più volte, nel corso del sopralluogo al quale hanno partecipato i membri della Commissione presieduta da Mario Bocchio e da alcuni consiglieri, tra cui l’assessore Roberto Sarti e il capogruppo Fabrizio Priano, “la preziosa collaborazione degli organi comunali” che hanno premuto affinché l’iter autorizzativo rispettasse i tempi.
Il “cappotto” alla vecchia discarica sarà l’investimento più oneroso. Sotto una collina ricoperta da una vegetazione ormai incontrollata, ci sono i rifiuti altamente inquinanti che sono stati interrati dagli anni ’50 in poi: e lì sotto che l’acqua di falda è transitata, trascinando con se la carica nociva di cromo e altre sostanze, finite poi nei terreni e nelle acque attorno e scoperti tre anni fa. “Non sono situazioni che si possono risolvere in un giorno – dicono ancora dalla direzione – ma ci siamo assunti la responsabilità diretta per la bonifica. E’ nostro interesse che il sito produttivo resti tale e cresca, tutelando la salute di chi ci lavora e di chi abita qui attorno. Abbiamo in programma investimenti per decine di milioni di euro. Entrerà in funzione una nuova linea per il raddoppio della produzione di Tecnoflan e prevediamo l’assunzione in due anni di circa di una cinquantina di nuovi addetti”.
In via di completamento anche i lavori di rimozione delle coperture in amianto di alcuni capannoni e la sostituzione con materiali nuovi.