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Solvay investe 15 milioni nel polo di Spinetta Marengo
Il gruppo belga Solvay ha deciso di aumentare la capacità produttiva dello stabilimento di Spinetta Marengo investendo 15 milioni di euro nella produzione di polimeri. 8 milioni saranno spesi per la bonifica del sito
Il gruppo belga Solvay ha deciso di aumentare la capacità produttiva dello stabilimento di Spinetta Marengo investendo 15 milioni di euro nella produzione di polimeri. 8 milioni saranno spesi per la bonifica del sito
Il gruppo Solvay investe 15 milioni nel polo industriale di Spinetta Marengo. Il gruppo belga è dunque deciso a mantenere la centralità di uno stabilimento che è uno dei punti nevralgici di produzione di Solvay. L’impegno economico è volto a incrementare la capacità produttiva di polimeri speciali ad alto valore aggiunto utilizzati per la lubrificazione industriale e di fluidi impiegati come termovettori. Ci vorranno circa 18 mesi per completare l’espansione di produzione e 50 persone, mediamente, saranno impegnate nella sua realizzazione.
Fabio Novelli di Solvay Italia ha sottolineato l’opportunità che l’investimento dà al territorio e al suo rilancio economico. “Non saranno comunque gli unici investimenti fatti – afferma Novelli – perchè ad essi si associano quelli per l’ecosostenibilità dello stabilimento e per la bonifica del sito. Per il settore ambientale sono stati stanziati circa 8 milioni di euro e le operazioni di bonifica hanno avuto un’accelerazione in questa fase con 10 milioni di euro messi per la sua realizzazione”. Sembrerebbe dunque che ci sia un impegno concreto per limitare l’impatto ambientale del polo chimico.
Paolo Bessone, responsabile delle risorse umane dello stabilimento di Spinetta, ha illustrato l’importanza del polo mandrogno: “Siamo 600 persone, più altre 400 che lavorano per contrattisti. L’età media è bassa, 38 anni, e abbiamo alte percentuali di diplomati e laureati. In più abbiamo avviato dal 2007, in accordo con i sindacati, un contratto di apprendistato professionalizzante che nel 2011 ha portato a 18 assunzioni a tempo indeterminato”.
Si dicono soddisfatti anche i sindacati dell’impiego di denaro messo in campo dalla Solvay ritenendo che non può che trovarli d’accordo un investimento così importanti da parte di un’azienda di primo piano e credendo che la creazione di valore impegni a una redistribuzione anche ai lavoratori di questo surplus che si verrà a creare. È, inoltre, un caso che sfata il luogo comune secondo cui in Italia non si possa investire, mostrando invece come è ancora possibile far arrivare capitale nel nostro paese. Tra le parti sindacali che hanno preso parte alla conferenza in Confindustria non era presente la Cgil.
Fabio Novelli di Solvay Italia ha sottolineato l’opportunità che l’investimento dà al territorio e al suo rilancio economico. “Non saranno comunque gli unici investimenti fatti – afferma Novelli – perchè ad essi si associano quelli per l’ecosostenibilità dello stabilimento e per la bonifica del sito. Per il settore ambientale sono stati stanziati circa 8 milioni di euro e le operazioni di bonifica hanno avuto un’accelerazione in questa fase con 10 milioni di euro messi per la sua realizzazione”. Sembrerebbe dunque che ci sia un impegno concreto per limitare l’impatto ambientale del polo chimico.
Paolo Bessone, responsabile delle risorse umane dello stabilimento di Spinetta, ha illustrato l’importanza del polo mandrogno: “Siamo 600 persone, più altre 400 che lavorano per contrattisti. L’età media è bassa, 38 anni, e abbiamo alte percentuali di diplomati e laureati. In più abbiamo avviato dal 2007, in accordo con i sindacati, un contratto di apprendistato professionalizzante che nel 2011 ha portato a 18 assunzioni a tempo indeterminato”.
Si dicono soddisfatti anche i sindacati dell’impiego di denaro messo in campo dalla Solvay ritenendo che non può che trovarli d’accordo un investimento così importanti da parte di un’azienda di primo piano e credendo che la creazione di valore impegni a una redistribuzione anche ai lavoratori di questo surplus che si verrà a creare. È, inoltre, un caso che sfata il luogo comune secondo cui in Italia non si possa investire, mostrando invece come è ancora possibile far arrivare capitale nel nostro paese. Tra le parti sindacali che hanno preso parte alla conferenza in Confindustria non era presente la Cgil.