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Variante collinare: “norme più restrittive, a tutela della Valle”
Cosa prevede la modifica dei piani esecutivi relativi all'area collinare, tanto contestati dal comitato "Noi di valle"? lo hanno spiegato l'assessore all'Urbanistica, Giuseppe Maria Giordano e l'architetto Enrico Pelizzone
Cosa prevede la modifica dei piani esecutivi relativi all'area collinare, tanto contestati dal comitato "Noi di valle"? lo hanno spiegato l'assessore all'Urbanistica, Giuseppe Maria Giordano e l'architetto Enrico Pelizzone
Un percorso lungo quello seguito dall’amministrazione comunale per la tutela dell’area collinare di Valmadonna e Valle San Bartolomeo che risale al 2008. A farsene promotore l’assessore all’Urbanistica, Giuseppe Maria Giordano che spiega: “il primo studio era stato approvato in Consiglio comunale nel 2009 con il parere favorevole dell’Arpa. Solo successivamente è stata richiesta un’ulteriore analisi, a livello geologico”. Quella dell’assessore e dell’architetto è una risposta alle critiche di “cementificazione” avanzate dal neo comitato “Noi di valle” che solo pochi giorni fa avevano organizzato un corteo di protesta davanti a palazzo Rosso.
Con il 2011 la variante normativa al piano esecutivo di costruzione in quell’area dovrebbe arrivare alla definitiva approvazione con il voto del Consiglio comunale.
“Sono norme più restrittive – spiega Giordano – ma tutte tese ad una sempre maggiore tutela della valle, soprattutto se si considera che il fattore più rilevante emerso dall’ultima analisi sottolinea come i problemi più grandi dipendano dalle costruzioni già esistenti, quelle fatte prima del 2000“.
Ovviamente non c’è solo la “mano dell’uomo” come causa scatenante, ma una serie di altre concause naturali hanno portato a dover esaminare alcuni fattori idrogeologici per garantire la sicurezza e la messa a punto di questo territorio.
Portavoce dei dati tecnici, che saranno trasformati in norme, emersi dallo studio del geologo Edoardo Rabaioli di Torino, è il direttore dell’Area Sviluppo Territoriale ed Economico, Enrico Pelizzone. “Ci tengo subito a precisare che le problematiche maggiori sono state riscontrate, contrariamente a quanto si pensa, più a Valmadonna che a Valle San Bartolomeo”.
L’architetto spiega i due filoni di analisi presi in esame, quello idrogeologico e dei dissesti del terreno (le frane) e sottolinea, di conseguenza, quali fattori di criticità sono emersi in relazione a questi due livelli di studio. “Le fognature ormai vecchie di anni sono da imputare tra le cause che rendono critico il lavoro sul terreno di questa area, cui si aggiunge la velocità di scorrimento del flusso d’acqua nello scendere a valle che scava il terreno e il cosiddetto “coefficiente udometrico” il cui aumento porta ad una crescita del contenuto di acqua che si riversa poi nelle fogne”.
Come si può intervenire? Modificando le “norme di piano”, in particolare gli articoli 62 e 64 del piano regolatore e costituendo dei decreti che impongano obblighi per le costruzioni future. “Queste regole sono per la salvaguardia del territorio in previsione del futuro – spiega Pelizzone – poichè per tutto ciò che riguarda il passato si potrà pensare soltanto ad una maggiore manutenzione”.
I cambiamenti interesseranno i piani esecutivi, oggi regolamentati da norme differenti. Con la variante collinare sarà d’obbligo effettuare degli studi “preliminari” prima dell’intervento, perciò sarà esaminato ogni singolo, valutando sia la situazione presente sia le problematiche che potrebberosvilupparsi “post- costruzione”. Inoltre tutte le opere dovranno passare al vaglio da una commissione paesaggistica, appositamente istituita lo scorso anno. Verranno esplicitamente dettate le modalità di costruzione da seguire, con relativa scelta di materiale e quantità di terreno edificabile. Anche la norma di cessione del 40% di terreno all’amministrazione pubblica, facente parte del vigente piano esecutivo, per il caso della collina sarà sospesa: “Ciò significa – spiega l’assessore Giordano – che quel lotto di terreno sarà lasciato per la costruzione, cosicché si possa avere una maggiore distribuzione degli edifici in uno spazio più ampio e quella che doveva essere la parte del Comune, sarà utilizzata sempre all’interno dell’arco collinare ma in un’altra zona e per altre necessità (campo da gioco, parco, ecc…), sempre di interesse della comunità vallese.Un test per Valmadonna e Valle San Bartolomeo con queste nuove norme, che potranno, un domani, essere estese su altre aree collinari della Provincia.
Con il 2011 la variante normativa al piano esecutivo di costruzione in quell’area dovrebbe arrivare alla definitiva approvazione con il voto del Consiglio comunale.
“Sono norme più restrittive – spiega Giordano – ma tutte tese ad una sempre maggiore tutela della valle, soprattutto se si considera che il fattore più rilevante emerso dall’ultima analisi sottolinea come i problemi più grandi dipendano dalle costruzioni già esistenti, quelle fatte prima del 2000“.
Ovviamente non c’è solo la “mano dell’uomo” come causa scatenante, ma una serie di altre concause naturali hanno portato a dover esaminare alcuni fattori idrogeologici per garantire la sicurezza e la messa a punto di questo territorio.
Portavoce dei dati tecnici, che saranno trasformati in norme, emersi dallo studio del geologo Edoardo Rabaioli di Torino, è il direttore dell’Area Sviluppo Territoriale ed Economico, Enrico Pelizzone. “Ci tengo subito a precisare che le problematiche maggiori sono state riscontrate, contrariamente a quanto si pensa, più a Valmadonna che a Valle San Bartolomeo”.
L’architetto spiega i due filoni di analisi presi in esame, quello idrogeologico e dei dissesti del terreno (le frane) e sottolinea, di conseguenza, quali fattori di criticità sono emersi in relazione a questi due livelli di studio. “Le fognature ormai vecchie di anni sono da imputare tra le cause che rendono critico il lavoro sul terreno di questa area, cui si aggiunge la velocità di scorrimento del flusso d’acqua nello scendere a valle che scava il terreno e il cosiddetto “coefficiente udometrico” il cui aumento porta ad una crescita del contenuto di acqua che si riversa poi nelle fogne”.
Come si può intervenire? Modificando le “norme di piano”, in particolare gli articoli 62 e 64 del piano regolatore e costituendo dei decreti che impongano obblighi per le costruzioni future. “Queste regole sono per la salvaguardia del territorio in previsione del futuro – spiega Pelizzone – poichè per tutto ciò che riguarda il passato si potrà pensare soltanto ad una maggiore manutenzione”.
I cambiamenti interesseranno i piani esecutivi, oggi regolamentati da norme differenti. Con la variante collinare sarà d’obbligo effettuare degli studi “preliminari” prima dell’intervento, perciò sarà esaminato ogni singolo, valutando sia la situazione presente sia le problematiche che potrebberosvilupparsi “post- costruzione”. Inoltre tutte le opere dovranno passare al vaglio da una commissione paesaggistica, appositamente istituita lo scorso anno. Verranno esplicitamente dettate le modalità di costruzione da seguire, con relativa scelta di materiale e quantità di terreno edificabile. Anche la norma di cessione del 40% di terreno all’amministrazione pubblica, facente parte del vigente piano esecutivo, per il caso della collina sarà sospesa: “Ciò significa – spiega l’assessore Giordano – che quel lotto di terreno sarà lasciato per la costruzione, cosicché si possa avere una maggiore distribuzione degli edifici in uno spazio più ampio e quella che doveva essere la parte del Comune, sarà utilizzata sempre all’interno dell’arco collinare ma in un’altra zona e per altre necessità (campo da gioco, parco, ecc…), sempre di interesse della comunità vallese.Un test per Valmadonna e Valle San Bartolomeo con queste nuove norme, che potranno, un domani, essere estese su altre aree collinari della Provincia.