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Salotti, moda e costume in “Le rose del Risorgimento”
I luoghi della politica al femminile e latteggiamento dei grandi padri della patria nei confronti della donne, i temi di cui tratterà lo spettacolo musicale in scena giovedì 16 giugno, alle 21 allAssociazione Cultura e Sviluppo.
I luoghi della politica al femminile e l?atteggiamento dei grandi padri della patria nei confronti della donne, i temi di cui tratterà lo spettacolo musicale in scena giovedì 16 giugno, alle 21 all?Associazione Cultura e Sviluppo.
“Le rose del Risorgimento” vuole parlare di salotti, moda e costume, luoghi “naturali” della politica al femminile, e dell’atteggiamento dei grandi padri della patria, Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II nei confronti delle donne.
L’evento, a cura del Gruppo Incanto, è stato organizzato dalla Vicepresidenza della Provincia di Alessandria, dalla Commissione Provinciale Pari Opportunità e dall’Associazione Cultura e Sviluppo.
I testi sono frutto di una ricerca accurata, ma la narrazione è colloquiale e scorrevole, alleggerita dal racconto di aneddoti, di episodi della vita dei protagonisti, dalla rievocazione delle atmosfere dei salotti e della corte sabauda.
L’evento, a cura del Gruppo Incanto, è stato organizzato dalla Vicepresidenza della Provincia di Alessandria, dalla Commissione Provinciale Pari Opportunità e dall’Associazione Cultura e Sviluppo.
I testi sono frutto di una ricerca accurata, ma la narrazione è colloquiale e scorrevole, alleggerita dal racconto di aneddoti, di episodi della vita dei protagonisti, dalla rievocazione delle atmosfere dei salotti e della corte sabauda.
Importante traguardo, conquistato con fatica e caparbietà in una battaglia durata decenni, il suffragio viene esteso alle donne italiane solo nel 1946, quando, per la prima volta, possono esprimere le loro scelte attraverso il voto.
Per secoli le donne sono state escluse dalla politica in quanto ritenute “inadatte” e subordinate all’operato maschile. Eppure, parlando di Risorgimento in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, non si può prescindere dal fatto che anche loro ebbero un ruolo rilevante nel processo di costruzione dello Stato nazionale italiano.
Nel primo Ottocento le donne furono presenti in una prodigiosa varietà di atteggiamenti e di scelte coraggiose e innovatrici, tanto da segnare una decisa maturazione culturale e spirituale, che attesta una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere. Anche se non ebbero visibilità nel processo diretto e nella vita pubblica, furono un gruppo numeroso di diverse estrazioni sociali e si dimostrarono determinate con idee e progetti da realizzare, impegnate direttamente nelle cospirazioni ma anche nelle lotte vere e proprie, normalmente con funzioni organizzatrici o di infermiere, passate dopo l’unificazione a ruoli di impegno sociale e a beneficio delle donne e dell’infanzia, per il riscatto sociale delle classi disagiate, l’organizzazione e la promozione dell’educazione.
Tuttavia, ancora oggi, gli studi del Risorgimento stentano a riconoscere l’importanza reale del loro operato, anche se per rendersi conto del contrario basta pensare ai salotti intellettuali e all’opera concreta di diffusione delle idee risorgimentali, accoglienza degli esuli, infermeria, fondazione di scuole e di istituti professionali, agli asili per gli orfani, allo studio di problemi sociali, a cui presero parte donne come Cristina di Belgioioso, Anita Garibaldi e la Contessa di Castiglione, oltre a donne meno conosciute che hanno raccolto fondi, scritto libri, manifestato, combattuto sulle barricate insieme a padri, mariti e fratelli.
Per secoli le donne sono state escluse dalla politica in quanto ritenute “inadatte” e subordinate all’operato maschile. Eppure, parlando di Risorgimento in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, non si può prescindere dal fatto che anche loro ebbero un ruolo rilevante nel processo di costruzione dello Stato nazionale italiano.
Nel primo Ottocento le donne furono presenti in una prodigiosa varietà di atteggiamenti e di scelte coraggiose e innovatrici, tanto da segnare una decisa maturazione culturale e spirituale, che attesta una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere. Anche se non ebbero visibilità nel processo diretto e nella vita pubblica, furono un gruppo numeroso di diverse estrazioni sociali e si dimostrarono determinate con idee e progetti da realizzare, impegnate direttamente nelle cospirazioni ma anche nelle lotte vere e proprie, normalmente con funzioni organizzatrici o di infermiere, passate dopo l’unificazione a ruoli di impegno sociale e a beneficio delle donne e dell’infanzia, per il riscatto sociale delle classi disagiate, l’organizzazione e la promozione dell’educazione.
Tuttavia, ancora oggi, gli studi del Risorgimento stentano a riconoscere l’importanza reale del loro operato, anche se per rendersi conto del contrario basta pensare ai salotti intellettuali e all’opera concreta di diffusione delle idee risorgimentali, accoglienza degli esuli, infermeria, fondazione di scuole e di istituti professionali, agli asili per gli orfani, allo studio di problemi sociali, a cui presero parte donne come Cristina di Belgioioso, Anita Garibaldi e la Contessa di Castiglione, oltre a donne meno conosciute che hanno raccolto fondi, scritto libri, manifestato, combattuto sulle barricate insieme a padri, mariti e fratelli.