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    Progetto
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    Marco Madonia - marco.madonia@alessandrianews.it  
    4 Giugno 2011
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Progetto Habital: storia della rinascita di via Gandolfi

    Continuano le attività promosse dal progetto alessandrino. La via si popola di iniziative sempre più partecipate e dense di significato. Il quartiere si rilancia e migliora la qualità di vita degli abitanti

    Continuano le attività promosse dal progetto alessandrino. La via si popola di iniziative sempre più partecipate e dense di significato. Il quartiere si rilancia e migliora la qualità di vita degli abitanti

    Un esperimento in continua evoluzione, un progetto articolato e complesso, affrontato con entusiasmo e in grado di coinvolgere tante realtà presenti sul territorio. La scommessa legata al progetto Habital è sicuramente fra le più innovative che la città di Alessandria abbia ospitato nell'ultimo anno e i risultati non tardando a manifestarsi.
    Prova ne è stata il grande successo della festa di sabato 28 maggio in via Gandolfi, solo l'ultima tappa in ordine temporale di una percorso lungo che mira ad animare una via e un quartiere per troppo tempo rimasti ai margini della città.
    Già dal pomeriggio il parco giochi è stato popolato da banchetti espositivi organizzati dalle associazioni di volontariato alessandrine: tra gli altri erano presenti gli stand di Emergency, Libera, Me.dea, Auser, Associazione verso il Kurdistan e del progetto Sogni di stoffa (oltre ad alcuni punti ristoro organizzati dai commercianti ambulanti). Numerose le autorità presenti all'incontro, e diversi i momenti di grande intensità, come le letture musicate di alcune storie di vita raccolte dagli educatori nel corso dell'anno e il concerto serale dell'Orchestra Multietnica Furastè.

    Il progetto, realizzato dal Comune con Cissaca, Asl Al e Atc, vive grazie all'appoggio della provincia di Alessandria e alla partecipazione finanziaria della regione Piemonte. Numerosi i risultati raggiunti, dal miglioramento della qualità della vita degli abitanti, anche sotto il profilo della sicurezza, alla riduzione dei fenomeni di isolamento sociale. A questo obiettivo ha contribuito in maniera decisiva l'attivazione di Casa Habital, un luogo dove ritrovarsi, confrontarsi, svolgere attività culturali, ludiche e, soprattutto, di sostegno ai bisogni.

    Fra le iniziative promosse e ospitate dal centro, sono state fondamentali l’apertura di uno spazio di portierato sociale, l’organizzazione di momenti di vita comunitaria e animazione finalizzati alla creazione di una maggiore coesione sociale, la promozione di occasioni di confronto tra diverse culture e il supporto offerto ai cittadini per la compilazione dei documenti relativi al censimento redditi dell’Atc.
    Durante questo primo anno di attività la casa di quartiere aperta in via Gandolfi ha garantito diverse occasioni di promozione sociale, come i mercatini di Natale e quelli del baratto, ma anche gite e gruppi di discussione. Attraverso queste attività gli operatori di alcune delle organizzazioni raccolte sotto la sigla Consolidale (Consorzio di Cooperative Sociali, fra le quali Azimut e Comunità S. Benedetto al Porto) sono riusciti a far emergere i bisogni dei cittadini, fornendo così loro occasioni e strumenti per imparare a conoscersi, rispettarsi e garantirsi sostegno reciproco nelle difficoltà della vita quotidiana.

    Progetti sociali e di comunità come Habital, capaci di porre al centro la relazione con le persone e di fare investimenti reali sul sostegno delle reti sociali naturali, sembrano essere davvero una delle risposte vincenti alle difficoltà del vivere e alla vulnerabilità che ciascuno come individuo si può trovare ad affrontare, specie in quelle aree dove più alto è il rischio di isolamento e degrado. 

    Di seguito un video dell'Orchestra Multietnica Furastè, utile a quanti non conoscano questa lodevole realtà e vogliano iniziare a scoprirla. 


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