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Nasce attentiALpoli, un comitato per difendere l’università
Studenti, imprenditori e cittadini si uniscono in un comitato in difesa della sede di Alessandria del politecnico
Studenti, imprenditori e cittadini si uniscono in un comitato in difesa della sede di Alessandria del politecnico
Giu le mani dal politecnico alessandrino. La preoccupazione per il futuro della sede della nostra provincia del politecnico di Torino ha spinto studenti, imprenditori e comuni cittadini a unirsi nel comitato attentiALpoli.
Si tratta, per ora, di un gruppo “virtuale” che discute e si confronta attraverso la rete. Moderatore del dibattito è un insegnante, l’ingegnere Franco Gabriele. Questo gruppo vede nella ricerca e nella didattica del politecnico in Alessandria un buon cardine per lo sviluppo del terriotorio, sia in termini di cultura che di economia e si dice “perplesso” per la disattivazione del primo anno dei corsi di ingegneria per l’anno accademico 2010 – 2011.
Sul sito del comitato sono chiarissimi i vantaggi che secondo il gruppo si avrebbero se il polo alessandrino funzionasse a pieno ritmo: in primo luogo, il vantaggio economico di avere in Alessandria la possibilità di conseguire la laurea in ingegneria è fondamentale per aziende, famiglie, scuole e tessuto economico territoriale. Basti pensare che il bacino territoriale Alessandrino ha il maggior numero di aziende manifatturiere per abitante del Piemonte, con un numero di dipendenti ingegneri molto basso. I 900 ingegneri laureati ad Alessandria costituiscono un elemento essenziale anche se insufficiente per lo sviluppo dell’innovazione delle aziende locali. Non tutti, poi, possono studiare fuori sede; inoltre chi va ad iscriversi in altre sedi a corsi con alta richiesta occupazionale, come ingegneria elettrica, non ritorna sul territorio come dimostrato dall’esperienza rendendo ancora più grave la carenza di figure professionali importanti. Il timore è che la riduzione dell’offerta didattica potrebbe essere l’inizio della fine di Alessandria come sede universitaria. Tutti gli indirizzi formativi, anche se di atenei diversi, si nutrono dell’importanza della città in quanto polo di studio; la credibilità generale è essenziale per stimolare le iscrizioni. Nel momento in cui una sede universitaria si impoverisce, la sua immagine ne viene svalutata e presto anche gli altri corsi potrebbero risentirne.
Il professor Paolo Ferraris, già responsabile, per circa 15 anni, dell’avvio, della realizzazione e della gestione delle attivita’ nella sede di Alessandria del Politecnico di Torino scrive sul sito di attentiALpoli: “Mi congratulo per l’iniziativa, ma sembra opportuno aggiungere qualche elemento informativo, non cosi diffusamente noto, circa le difficoltà che sta incontrando la Sede di Alessandria del Politecnico. Dal 2003 era operativo il ‘Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico – Casp’ che aveva sostituito, per il Politecnico, la ‘Società per lo insediamento e lo sviluppo della Università in Alessandria’; essa era interlocutore anche del Politecnico e garante, per convenzione, fin dal 1992, di un finanziamento per contribuire ai costi delle attività della Sede; tale apporto e’ sempre stato essenziale in quanto il Politecnico non riceve dal Ministero, a differenza, ad esempio, della Università Avogadro, fondi finalizzati alle Sedi non Torinesi.
Tutto ciò in coerenza con quanto previsto dalla Legge parlamentare del 1991, che ha istituto la Sede di Alessandria del Politecnico, e che prevede il concorso finanziario degli Enti Locali ai costi per il mantenimento della Sede distaccata. Tale supporto è venuto meno formalmente (oltre che di fatto dal 2009) con la recente abolizione del ‘Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico’; il ‘sistema territoriale’ alessandrino, nel suo insieme, a differenza di altre realtà geografiche, ha per il monento privato il Politecnico non solo dell’indispensabile supporto finanziario locale, ma anche del tradizionale soggetto interlocutore; esso sembra dunque non ritenere importante la presenza del Politecnico in Alessandria, ne tutte le attivita’ svolte, ed in svolgimento, a favore di Aziende, Scuole ,Studenti del bacino territoriale,che sono continuamente oggetto di significativi apprezzamenti.”
Si tratta, per ora, di un gruppo “virtuale” che discute e si confronta attraverso la rete. Moderatore del dibattito è un insegnante, l’ingegnere Franco Gabriele. Questo gruppo vede nella ricerca e nella didattica del politecnico in Alessandria un buon cardine per lo sviluppo del terriotorio, sia in termini di cultura che di economia e si dice “perplesso” per la disattivazione del primo anno dei corsi di ingegneria per l’anno accademico 2010 – 2011.
Sul sito del comitato sono chiarissimi i vantaggi che secondo il gruppo si avrebbero se il polo alessandrino funzionasse a pieno ritmo: in primo luogo, il vantaggio economico di avere in Alessandria la possibilità di conseguire la laurea in ingegneria è fondamentale per aziende, famiglie, scuole e tessuto economico territoriale. Basti pensare che il bacino territoriale Alessandrino ha il maggior numero di aziende manifatturiere per abitante del Piemonte, con un numero di dipendenti ingegneri molto basso. I 900 ingegneri laureati ad Alessandria costituiscono un elemento essenziale anche se insufficiente per lo sviluppo dell’innovazione delle aziende locali. Non tutti, poi, possono studiare fuori sede; inoltre chi va ad iscriversi in altre sedi a corsi con alta richiesta occupazionale, come ingegneria elettrica, non ritorna sul territorio come dimostrato dall’esperienza rendendo ancora più grave la carenza di figure professionali importanti. Il timore è che la riduzione dell’offerta didattica potrebbe essere l’inizio della fine di Alessandria come sede universitaria. Tutti gli indirizzi formativi, anche se di atenei diversi, si nutrono dell’importanza della città in quanto polo di studio; la credibilità generale è essenziale per stimolare le iscrizioni. Nel momento in cui una sede universitaria si impoverisce, la sua immagine ne viene svalutata e presto anche gli altri corsi potrebbero risentirne.
Il professor Paolo Ferraris, già responsabile, per circa 15 anni, dell’avvio, della realizzazione e della gestione delle attivita’ nella sede di Alessandria del Politecnico di Torino scrive sul sito di attentiALpoli: “Mi congratulo per l’iniziativa, ma sembra opportuno aggiungere qualche elemento informativo, non cosi diffusamente noto, circa le difficoltà che sta incontrando la Sede di Alessandria del Politecnico. Dal 2003 era operativo il ‘Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico – Casp’ che aveva sostituito, per il Politecnico, la ‘Società per lo insediamento e lo sviluppo della Università in Alessandria’; essa era interlocutore anche del Politecnico e garante, per convenzione, fin dal 1992, di un finanziamento per contribuire ai costi delle attività della Sede; tale apporto e’ sempre stato essenziale in quanto il Politecnico non riceve dal Ministero, a differenza, ad esempio, della Università Avogadro, fondi finalizzati alle Sedi non Torinesi.
Tutto ciò in coerenza con quanto previsto dalla Legge parlamentare del 1991, che ha istituto la Sede di Alessandria del Politecnico, e che prevede il concorso finanziario degli Enti Locali ai costi per il mantenimento della Sede distaccata. Tale supporto è venuto meno formalmente (oltre che di fatto dal 2009) con la recente abolizione del ‘Consorzio Alessandrino per lo Sviluppo del Politecnico’; il ‘sistema territoriale’ alessandrino, nel suo insieme, a differenza di altre realtà geografiche, ha per il monento privato il Politecnico non solo dell’indispensabile supporto finanziario locale, ma anche del tradizionale soggetto interlocutore; esso sembra dunque non ritenere importante la presenza del Politecnico in Alessandria, ne tutte le attivita’ svolte, ed in svolgimento, a favore di Aziende, Scuole ,Studenti del bacino territoriale,che sono continuamente oggetto di significativi apprezzamenti.”
Sempre sullo spazio on-line del comitato è possibile leggere diversi interventi di ex-studenti, imprenditori e comuni cittadini.
Matteo Capuzzi, ingegnere, ex studente e consigliere comunale a Vignole:
“Come ex studente ed attuale ingegnere dipendente della ditta Firpo Giuseppe & C. impianti elettrici di Serravalle S. questa decisione mi lascia alquanto sbigottito e molto perplesso. Il Politecnico di TO in Alessandria rappresenta, per i giovani della nostra zona che hanno la passione per la tecnica e l’ingegneria, una grandissima opportunità di formazione e crescita culturale e permette loro di poter studiare a pochi chilometri da casa, …”
“Il Poli, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione dei corsi e gli stage ha rappresentato per me una grandissima risorsa che ha contribuito in maniera determinate al mio accrescimento culturale e a completare il mio iter formativo. […]Mi ha dato delle buone basi, senza ombra di dubbio: perchè non continuare a dare queste basi ad altri giovani della Provincia ? Perchè dobbiamo negare a tanti ragazzi l’opportunità di avere un ateneo che a pochi chilometri da casa, con costi ridottissimi, permette loro un rapido inserimento nel mondo del lavoro e una preparazione ottima? Un preparazione che non ha nulla da invidiare a quella del Politecnico di Torino, visto che i docenti sono i medesimi con la peculiarità che ai corsi sembra di essere ancora sui banchi delle superiori e poter avere sia con i docenti che con il personale amministrativo un rapporto più proficuo e meno cattedratico, più confidenziale. Sono certo che il buon rapporto studente-docente e studente-ateneo compie da solo l’80% del lavoro di apprendimento e di conseguimento della Laurea perchè con questo buon rapporto gli studenti vengono motivati …”
“La chiusura del Poli rappresenta anche un danno per le aziende locali che hanno bisogno di neo laureati con voglia di fare e che abitano in zona. Perchè danneggiare anche loro che sono il motore dell’economia locale? Perchè non dare l’opportunità di inserire nel mondo del lavoro in un momento così difficile i giovani a delle aziende che ne hanno realmente bisogno?”
“Il Poli, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione dei corsi e gli stage ha rappresentato per me una grandissima risorsa che ha contribuito in maniera determinate al mio accrescimento culturale e a completare il mio iter formativo. […]Mi ha dato delle buone basi, senza ombra di dubbio: perchè non continuare a dare queste basi ad altri giovani della Provincia ? Perchè dobbiamo negare a tanti ragazzi l’opportunità di avere un ateneo che a pochi chilometri da casa, con costi ridottissimi, permette loro un rapido inserimento nel mondo del lavoro e una preparazione ottima? Un preparazione che non ha nulla da invidiare a quella del Politecnico di Torino, visto che i docenti sono i medesimi con la peculiarità che ai corsi sembra di essere ancora sui banchi delle superiori e poter avere sia con i docenti che con il personale amministrativo un rapporto più proficuo e meno cattedratico, più confidenziale. Sono certo che il buon rapporto studente-docente e studente-ateneo compie da solo l’80% del lavoro di apprendimento e di conseguimento della Laurea perchè con questo buon rapporto gli studenti vengono motivati …”
“La chiusura del Poli rappresenta anche un danno per le aziende locali che hanno bisogno di neo laureati con voglia di fare e che abitano in zona. Perchè danneggiare anche loro che sono il motore dell’economia locale? Perchè non dare l’opportunità di inserire nel mondo del lavoro in un momento così difficile i giovani a delle aziende che ne hanno realmente bisogno?”
Massimo Repetto, ex studente, oggi dipendente della Firpo Giuseppe & C. S.r.l.
“Ho appreso la notizia relativa alla possibile chiusura della Sede di Alessandria del Politecnico di Torino e come ex studente mi sento in dovere di esprimere profondo rammarico per la situazione venutasi a creare.”
“ …e soprattutto… perché questa notizia passa quasi in sordina? Quale beneficio economico potrà mai comportare la chiusura di una sede che ha sempre ottenuto lusinghieri apprezzamenti ed è stata oggetto di numerosi investimenti? Non sarebbe, forse, più opportuno sostenerne le attività, nell’ottica della giusta perequazione delle risorse sul territorio, andando piuttosto a tagliare “rami secchi” dove effettivamente esistono?”
“ …e soprattutto… perché questa notizia passa quasi in sordina? Quale beneficio economico potrà mai comportare la chiusura di una sede che ha sempre ottenuto lusinghieri apprezzamenti ed è stata oggetto di numerosi investimenti? Non sarebbe, forse, più opportuno sostenerne le attività, nell’ottica della giusta perequazione delle risorse sul territorio, andando piuttosto a tagliare “rami secchi” dove effettivamente esistono?”
Davide Rossini (studente)
“Frequento l’ultimo anno di specializzazione elettrotecnica dell’IIS A.Volta. Per il mio futuro avrei scelto di studiare ingegneria elettrica al Politecnico di Torino, però studiare in Alessandria sarebbe più vantaggioso, sia per quanto riguarda i costi da affrontare, sia per la facilità con cui potrei raggiungere l’ateneo. Inviterò i miei coetanei interessati ad inviarvi e-mail come questa così da avere un numero di riferimento sui possibili studenti dell’anno prossimo.”
Fulvio Fusco, ingegnere, amministratore Delegato Gefit S.p.A. di Alessandria
“In questi ultimi tempi c’è un’insistente attività pubblica volta giustamente allo sviluppo turistico, economico, industriale del territorio, evidenziando contemporaneamente l’indispensabilità di cultura, innovazione e formazione. Proprio in relazione a questa necessità, determina sconcerto la chiusura dei corsi di Ingegneria del Politecnico con la cessazione dell’attività didattica, obbligando quindi fra l’altro i giovani interessati a questa Laurea a frequentare Atenei fuori provincia e/o fuori Regione con conseguenti costi. Ma la chiusura significa soprattutto una limitazione alla potenziale crescita della Provincia, un ridimensionamento delle ambizioni culturali della città e, purtroppo, il “tarpare” le ali almeno a parte di quei Giovani che vorrebbero conseguire la Laurea in Ingegneria notoriamente richiesta dal mercato. Come Società abbiamo potuto verificare negli anni la validità della preparazione degli Ingegneri usciti dal Politecnico di Alessandria, sia attraverso stage ma soprattutto con inserimenti in Azienda. E questo anche grazie al fatto che il POLI ha sempre privilegiato e ricercato il rapporto Ateneo/Impresa. Oltre a vari altri laureati, oggi lavorano in Gefit 16 Ingegneri ( Poli Alessandria) che svolgono la loro attività nei vari settori ovvero tecnico-commerciale, progettazione meccanica, elettrica e software, produzione e qualità. Essi partecipano allo sviluppo dell’Azienda dando un contributo prezioso. E’ assurdo ed incomprensibile distruggere quanto era stato costruito, soprattutto avendone consuntivato tanti aspetti positivi.
Aldo Milanesio, Amministratore delegato della Mysoft srl
“Dalle informazioni dirette e indirette a nostra disposizione riteniamo che l’avvio e le attività della sede di Alessandria del Politecnico costituiscano una delle poche vere novità degli ultimi 10 anni a forte impatto positivo per lo sviluppo socioeconomico del bacino alessandrino”.