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Il Pd lancia l’allarme: “Disoccupazione in aumento, i giovani i più colpiti”
In vista della conferenza nazionale per il lavoro del Partito democratico, la federazione di Alessandria ha preparato un documento sulla situazione in provincia che sarà presentato il 30 maggio (nella foto Paolo Bianchi e Daniele Borioli)
In vista della conferenza nazionale per il lavoro del Partito democratico, la federazione di Alessandria ha preparato un documento sulla situazione in provincia che sarà presentato il 30 maggio (nella foto Paolo Bianchi e Daniele Borioli)
È ai massimi storici la disoccupazione in Provincia. I dati arrivano dal Pd alessandrino e sono stati raccolti in preparazione alla conferenza nazionale sul lavoro, una sorta di tavolo di confronto tematico che si svolgerà a Genova il prossimo 17 e 18 giugno. Ad Alessandria, il partito di Bersani si riunirà lunedì 30 maggio, alla Taglieria del Pelo di via Wagner, per eleggere i delegati nazionali e per fare il punto della situazione in zona. “Sono dati molto preoccupanti quelli che arrivano dalla Provincia – hanno detto il segretario provinciale Daniele Borioli e il responsabile organizzazione Paolo Bianchi – Sia il ricorso alla cassa integrazione che l’indice di disoccupazione del territorio alessandrino sono più elevati rispetto alla media regionale”.
Qualche dato: nel mese di marzo il ricordo alla cassa integrazione guadagni da parte delle aziende era salito del 17%; in totale sono 374 le aziende che hanno fatto richiesta per accedere all’ammortizzatore sociale di cui usufruiscono circa 1100 lavorati, per un monte ore complessivo di 1.347 mila. 4200 sono le persone in mobilità. “La disoccupazione è particolarmente allarmante tra i giovani sotto i 30 anni che tocca quota 20%”, ha sottolineato Bianchi. Al di là delle cifre, è anche la “tenuta sociale delle nostre città” a preoccupare: perché lavoro significa stabilità, possibilità di programmare un futuro. E invece, sempre tra i giovani, la durata media dei nuovi contratti proposti dalla aziende è inferiore ai 30 giorni; solo il 6% è di almeno un anno.
Si regista anche un minor ricorso all’utilizzo di servizi sociali a pagamento, come gli asili nido e le residenze per gli anziani, “perché le famiglie non hanno la possibilità di coprire le rette”, sostiene Bianchi che sottolinea un altro dato: “il 33% di chi lavora nelle aziende in provincia ha un salario inferiore a 1000 euro mensili”. Tra i punti del documento programmatico a livello nazionale del Pd c’è anche la presa di coscienza del fatto “che l’Italia non può pensare di risolvere il problema della competitività abbassando i costi del lavoro. Occorre piuttosto incentivare l’investimento di risorse in formazione e qualità.” Da qui la proposta di “rendere appetibile per le aziende stabilizzare i precari, piuttosto che ricorrere a contratti di diverso genere”, ha spiegato il segretario Borioli.
Lunedì, alla conferenza provinciale, ci saranno i lavoratori, le “persone” a raccontare le loro esperienze dei diversi settori. Saranno presenti anche Stefano Fassina, responsabile nazionale del Pd sui temi economia e lavoro, il presidente della Provincia Paolo Filippi, il vice presidente Rita Rossa, l’assessore Massimo Barbadoro, l’onorevole Mario Lovelli e il consigliere regionale Rocchino Muliere.
Qualche dato: nel mese di marzo il ricordo alla cassa integrazione guadagni da parte delle aziende era salito del 17%; in totale sono 374 le aziende che hanno fatto richiesta per accedere all’ammortizzatore sociale di cui usufruiscono circa 1100 lavorati, per un monte ore complessivo di 1.347 mila. 4200 sono le persone in mobilità. “La disoccupazione è particolarmente allarmante tra i giovani sotto i 30 anni che tocca quota 20%”, ha sottolineato Bianchi. Al di là delle cifre, è anche la “tenuta sociale delle nostre città” a preoccupare: perché lavoro significa stabilità, possibilità di programmare un futuro. E invece, sempre tra i giovani, la durata media dei nuovi contratti proposti dalla aziende è inferiore ai 30 giorni; solo il 6% è di almeno un anno.
Si regista anche un minor ricorso all’utilizzo di servizi sociali a pagamento, come gli asili nido e le residenze per gli anziani, “perché le famiglie non hanno la possibilità di coprire le rette”, sostiene Bianchi che sottolinea un altro dato: “il 33% di chi lavora nelle aziende in provincia ha un salario inferiore a 1000 euro mensili”. Tra i punti del documento programmatico a livello nazionale del Pd c’è anche la presa di coscienza del fatto “che l’Italia non può pensare di risolvere il problema della competitività abbassando i costi del lavoro. Occorre piuttosto incentivare l’investimento di risorse in formazione e qualità.” Da qui la proposta di “rendere appetibile per le aziende stabilizzare i precari, piuttosto che ricorrere a contratti di diverso genere”, ha spiegato il segretario Borioli.
Lunedì, alla conferenza provinciale, ci saranno i lavoratori, le “persone” a raccontare le loro esperienze dei diversi settori. Saranno presenti anche Stefano Fassina, responsabile nazionale del Pd sui temi economia e lavoro, il presidente della Provincia Paolo Filippi, il vice presidente Rita Rossa, l’assessore Massimo Barbadoro, l’onorevole Mario Lovelli e il consigliere regionale Rocchino Muliere.