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Caso Aristor: verso lo sciopero dei dipendenti?
LAristor, società che presta servizio nelle mense, rischia di non riuscire a pagare i propri dipendenti. La causa sembra essere il debito accumulato dal Comune di Alessandria nei confronti dellazienda stessa. Ma i lavoratori non ci stanno e si parla già di mobilitazione e sciopero
L?Aristor, società che presta servizio nelle mense, rischia di non riuscire a pagare i propri dipendenti. La causa sembra essere il debito accumulato dal Comune di Alessandria nei confronti dell?azienda stessa. Ma i lavoratori non ci stanno e si parla già di mobilitazione e sciopero
Doccia gelata per i 175 dipendenti dell’Aristor che nel pomeriggio di ieri si sono sentiti comunicare da uno dei dirigenti della società che si occupa della preparazione pasti per il servizio mense che “l’azienda il prossimo mese di giugno non sarà in grado di pagare gli stipendi, pare, a causa di un forte insoluto del Comune di Alessandria”.
Le polemiche sono scoppiate da tutti i fronti, ma l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Vandone, ha provveduto subito a rassicurare che “tutto sarà risolto e che il piano di rientro è già pronto. Gli stipendi verranno pagati entro il 6 giugno”.
Dalla Cgil arriva l’annuncio di una assemblea, per lunedì mattina, con i lavoratori per decidere “quale forma di mobilitazione adottare contro una comunicazione – spiega il sindacalista Mario Galati – per noi inaccettabile che utilizza i lavoratori come ‘scudi umani’ nel contenzioso tra azienda e Comune”. Senza dimenticare che a farne le spese non sono solo i dipendenti dell’Aristor, ma anche i cittadini che pagano per un ‘servizio a domanda’ quale è quello dei pasti nelle mense.
Infatti le famiglie pagano in anticipo i buoni pasto dei loro figli, consentendo così al Comune di avere un’entrata quasi doppia del costo iscritto a bilancio sul servizio mense. “E allora come fa, il Comune, a non riuscire a saldare il debito?” si domanda il sindacato.
All’indignazione della Cgil si contrappone quella del Consigliere comunale Mario Bocchio: “Sono letteralmente basito davanti a tale annuncio che rischia di provocare forti preoccupazioni e tensioni tra i dipendenti, soprattutto perché siamo davanti ad un vero e proprio ricatto occupazionale”.
Bocchio, con un comunicato stampa, sottolinea come l’Aristor sia stata per anni una partecipata del Comune di Alessandria, con una minima quota anche di Valenza, ma che da ben due anni l’80% del capitale sia in mano alla società privata Compass, alla quale era stata ceduta con regolare gara.
“Pertanto oggi l’Aristor è un soggetto privato e il Comune ne è un semplice fruitore di servizi. Quanto accaduto mi sembra un’eccessiva forzatura, ricattatoria se non estorsiva”.
E prosegue: “ è con simili ricattati che il lavoratore viene deprivato della propria dignità e trasformato in una figura precaria, priva di coordinate, costretta a manifestarsi prona a qualsiasi capriccio o volere gli venga imposto in funzione di un interesse superiore”. Bocchio parla di “speculazione politica mirata solo a colpire l’Amministrazione Comunale di centrodestra”.
Botta e risposta con la Cgil che ricorda che “pur con la privatizzazione, il Comune di Alessandria e il Comune di Valenza restano proprietari di Aristor rispettivamente del 15% e 5%. Pertanto c’è una responsabilità diretta sugli stipendi ai dipendenti”.
Proprio per il forte peso che questo problema riversa sulla comunità intera, anche i capi gruppo della minoranza Ivaldi (Pd), Malagrino (Moderati), Cattaneo (Idv) e Barberis (Rif. Comunista) hanno indetto una “mozione urgente” per il prossimo Consiglio Comunale, affinché l’amministrazione Fabbio “possa adottare tutte le necessarie iniziative per far fronte al debito nei confronti dell’Aristor”, in modo che la società possa regolarmente versare gli stipendi ai propri dipendenti.
Le polemiche sono scoppiate da tutti i fronti, ma l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Vandone, ha provveduto subito a rassicurare che “tutto sarà risolto e che il piano di rientro è già pronto. Gli stipendi verranno pagati entro il 6 giugno”.
Dalla Cgil arriva l’annuncio di una assemblea, per lunedì mattina, con i lavoratori per decidere “quale forma di mobilitazione adottare contro una comunicazione – spiega il sindacalista Mario Galati – per noi inaccettabile che utilizza i lavoratori come ‘scudi umani’ nel contenzioso tra azienda e Comune”. Senza dimenticare che a farne le spese non sono solo i dipendenti dell’Aristor, ma anche i cittadini che pagano per un ‘servizio a domanda’ quale è quello dei pasti nelle mense.
Infatti le famiglie pagano in anticipo i buoni pasto dei loro figli, consentendo così al Comune di avere un’entrata quasi doppia del costo iscritto a bilancio sul servizio mense. “E allora come fa, il Comune, a non riuscire a saldare il debito?” si domanda il sindacato.
All’indignazione della Cgil si contrappone quella del Consigliere comunale Mario Bocchio: “Sono letteralmente basito davanti a tale annuncio che rischia di provocare forti preoccupazioni e tensioni tra i dipendenti, soprattutto perché siamo davanti ad un vero e proprio ricatto occupazionale”.
Bocchio, con un comunicato stampa, sottolinea come l’Aristor sia stata per anni una partecipata del Comune di Alessandria, con una minima quota anche di Valenza, ma che da ben due anni l’80% del capitale sia in mano alla società privata Compass, alla quale era stata ceduta con regolare gara.
“Pertanto oggi l’Aristor è un soggetto privato e il Comune ne è un semplice fruitore di servizi. Quanto accaduto mi sembra un’eccessiva forzatura, ricattatoria se non estorsiva”.
E prosegue: “ è con simili ricattati che il lavoratore viene deprivato della propria dignità e trasformato in una figura precaria, priva di coordinate, costretta a manifestarsi prona a qualsiasi capriccio o volere gli venga imposto in funzione di un interesse superiore”. Bocchio parla di “speculazione politica mirata solo a colpire l’Amministrazione Comunale di centrodestra”.
Botta e risposta con la Cgil che ricorda che “pur con la privatizzazione, il Comune di Alessandria e il Comune di Valenza restano proprietari di Aristor rispettivamente del 15% e 5%. Pertanto c’è una responsabilità diretta sugli stipendi ai dipendenti”.
Proprio per il forte peso che questo problema riversa sulla comunità intera, anche i capi gruppo della minoranza Ivaldi (Pd), Malagrino (Moderati), Cattaneo (Idv) e Barberis (Rif. Comunista) hanno indetto una “mozione urgente” per il prossimo Consiglio Comunale, affinché l’amministrazione Fabbio “possa adottare tutte le necessarie iniziative per far fronte al debito nei confronti dell’Aristor”, in modo che la società possa regolarmente versare gli stipendi ai propri dipendenti.