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Il Tribunale di Alessandria in cerca di nuovi spazi
Una delegazione del Consiglio superiore della magistratura, guidata da Renato Balduzzi, membro del Consiglio, è stata in visita al tribunale di Alessandria. Evidenziate le criticità della struttura alessandrina: la situazione è sotto gli occhi di tutti, occorrono interventi di manutenzione straordinaria, gli spazi non sono sufficienti. Si valutano due opzioni: ampliamento del palazzo o trasferimento alla Valfrè
Una delegazione del Consiglio superiore della magistratura, guidata da Renato Balduzzi, membro del Consiglio, è stata in visita al tribunale di Alessandria. Evidenziate le criticità della struttura alessandrina: ?la situazione è sotto gli occhi di tutti, occorrono interventi di manutenzione straordinaria, gli spazi non sono sufficienti?. Si valutano due opzioni: ampliamento del palazzo o trasferimento alla Valfrè
ALESSANDRIA – Una soluzione ancora non è c’è a portata di mano, ma la visita della delegazione del Consiglio superiore della Magistratura al tribunale di Alessandria, voluta dall’ex ministro Renato Balduzzi, che è membro del Csm e presidente dell’associazione Bachelet, ha avuto il merito di porre all’attenzione del massimo organismo della magistratura, la situazione del palazzo di giustizia di Alessandria.
Non c’erano solo i vertici del Csm al convegno organizzato dall’associazione Bachelet dal titolo eslicativo “Enti locali, edilizia e organizzazione giudiziaria”. Tra gli altri era infatti presente anche Barbara Fabbrini, capo dipartimento per l’organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia, la struttura che dovrà decidere che futuro dare al palazzo di giustizia di corso Crimea.
Non c’erano solo i vertici del Csm al convegno organizzato dall’associazione Bachelet dal titolo eslicativo “Enti locali, edilizia e organizzazione giudiziaria”. Tra gli altri era infatti presente anche Barbara Fabbrini, capo dipartimento per l’organizzazione giudiziaria del Ministero della giustizia, la struttura che dovrà decidere che futuro dare al palazzo di giustizia di corso Crimea.
“La situazione del palazzo è sotto gli occhi di tutti – ha detto il presidente del tribunale, il giudice Aldo Tirone – E’ stato pensato per un tribunale, dopo la riforma del 2015 ne ospita tre (sono stati accorpati ad Alessandria i tribunali di Tortona, Acqui e la sede distaccata di Novi, ndr). Abbiamo sopperito con interventi di emergenza, dividendo gli uffici. Ci sono giudici in coabitazione, le aule sono sfruttate al massimo, ma non sono sufficienti. Nel caso in cui ci sia un processo per direttissima, siamo arrivati a dover sospendere le udienze, per permettere lo svolgimento della direttissima”.
Non sono solo gli spazi a mancare. “Occorrono interventi di manutenzione straordinaria urgenti, per garantire sicurezza e decoro. Ci sono infiltrazioni di acqua, le persiane vanno sostituite, i bagni rifatti”. E si evidenzia anche come il palazzo sia “a rischio collasso” in base ad una ordinanza del 2003, e non rispetti le norme antisismiche.
Si parla, durante il convegno, anche di organizzazione, di processo telematico, di servizi al cittadino. Ma l’urgenza, ad Alessandria, passa anche dalla struttura.
Con la riforma del 2015, che si è completata nel 2018, la competenza sulle scelte strutturali è stata accentrata in capo allo Stato. “Abbiamo ricevuto una eredità pesante – ammette Barbara Fabbrini – La riforma tuttavia ha prodotto risparmi considerevoli nei consumi (64 milioni di euro in tutto il Paese). I problemi vanno affrontati però anche con altri ministeri. Le risorse per la giustizia non mancano. Manca la possibilità di attivare gli obiettivi di spesa che le amministrazioni propongono”.
Alessandria è un caso “emblematico”. Allo studio ci sono le due ipotesi: ampliamento della struttura esistente o trasferimento, in blocco alla caserma Valfrè, che è già del Demanio.
Ci sono valutazioni in corso. Nessuna certezza sui tempi.
“Faremo la nostra parte, come abbiamo fatto in passato”, dice il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, presente al convegno. Il comune ha già messo a disposizione alcuni locali in piazzetta Bini. Ospiteranno gli ufficiali giudiziari. “Una soluzione che ci da un po’ di respiro – dice ancora il presidente Tirone – ma si tra tratta di tre o quattro stanze”.
“La giustizia ad Alessandria funziona, ma va aiutata a funzionare meglio – conclude Balduzzi – Vale per Alessandria e vale per tutte le strutture medio piccole del Paese. L’intento di questo convegno era di porre al centro del dibattito la problematica”.
Sono intervenuti al convegno il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, il Primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone; Riccardo Fuzio, procuratore generale presso la Corte ed Enrico Merli, componente del Consiglio nazionale forense, Claudio Galoppi, Fabio Napoleone e Rosario Spina, componenti del Csm; Edoardo Barelli Innocenti, presidente della Corte di Appello di Torino e di Francesco Enrico Saluzzo, procuratore generale presso la medesima. Presenti il presidente dell’ordine degli Avvocati Piero Monti, il presidente della Camera Penale Lorenzo Repetti.
Non sono solo gli spazi a mancare. “Occorrono interventi di manutenzione straordinaria urgenti, per garantire sicurezza e decoro. Ci sono infiltrazioni di acqua, le persiane vanno sostituite, i bagni rifatti”. E si evidenzia anche come il palazzo sia “a rischio collasso” in base ad una ordinanza del 2003, e non rispetti le norme antisismiche.
Si parla, durante il convegno, anche di organizzazione, di processo telematico, di servizi al cittadino. Ma l’urgenza, ad Alessandria, passa anche dalla struttura.
Con la riforma del 2015, che si è completata nel 2018, la competenza sulle scelte strutturali è stata accentrata in capo allo Stato. “Abbiamo ricevuto una eredità pesante – ammette Barbara Fabbrini – La riforma tuttavia ha prodotto risparmi considerevoli nei consumi (64 milioni di euro in tutto il Paese). I problemi vanno affrontati però anche con altri ministeri. Le risorse per la giustizia non mancano. Manca la possibilità di attivare gli obiettivi di spesa che le amministrazioni propongono”.
Alessandria è un caso “emblematico”. Allo studio ci sono le due ipotesi: ampliamento della struttura esistente o trasferimento, in blocco alla caserma Valfrè, che è già del Demanio.
Ci sono valutazioni in corso. Nessuna certezza sui tempi.
“Faremo la nostra parte, come abbiamo fatto in passato”, dice il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, presente al convegno. Il comune ha già messo a disposizione alcuni locali in piazzetta Bini. Ospiteranno gli ufficiali giudiziari. “Una soluzione che ci da un po’ di respiro – dice ancora il presidente Tirone – ma si tra tratta di tre o quattro stanze”.
“La giustizia ad Alessandria funziona, ma va aiutata a funzionare meglio – conclude Balduzzi – Vale per Alessandria e vale per tutte le strutture medio piccole del Paese. L’intento di questo convegno era di porre al centro del dibattito la problematica”.
Sono intervenuti al convegno il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, il Primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone; Riccardo Fuzio, procuratore generale presso la Corte ed Enrico Merli, componente del Consiglio nazionale forense, Claudio Galoppi, Fabio Napoleone e Rosario Spina, componenti del Csm; Edoardo Barelli Innocenti, presidente della Corte di Appello di Torino e di Francesco Enrico Saluzzo, procuratore generale presso la medesima. Presenti il presidente dell’ordine degli Avvocati Piero Monti, il presidente della Camera Penale Lorenzo Repetti.