L'anteprima
Stasera il debutto all'Alessandrino. Ecco che cosa vedrete
17 Settembre 2021 ore 01:04
di Massimo Brusasco
I protagonisti al momento dei saluti finali
ALESSANDRIA - Narciso con la maglia dei Grigi, l'ironia sui migranti, un simil-centurione con una spada luminosa. Una coreana (bravissima) che interpreta la parte di un bambino, un russo che sdoppia e passa con disinvoltura dal ruolo di Mafè a quello di San Giuseppe. Questo e molto altro nel "Gelindo in opera", anzi nel "Jelin" che Aldo Brizzi, appassionatosi alla "divòta cumedia" fin da quando era bambino, propone in prima mondiale stasera, venerdì, alle ore 20.30 al Teatro Alessandrino di via Verdi (replica domani, alla stessa ora).
Ieri, abbiamo partecipato alle prove generali. E, dopo la perplessità iniziale figlia della necessità di ambientarsi, ci siamo immersi nel mondo di Gelindo, dei suoi fedeli amici e in un copione che ricalca per molti versi quello che viene annualmente proposto al Teatro San Francesco a cavallo tra dicembre e gennaio.
Non è il caso di fare "spoileraggio" perché non c'è niente da "spoilerare". La storia di Gelindo è ben nota e quella resta. I battibecchi famigliari, l'incontro con Maria e Giuseppe, l'annuncio degli angeli, l'arrivo dei pastori alla capanna dove è nato Gesù, la paura alla notizia che Erode vuole uccidere tutti i bambini, la comparsa dei Re Magi. E il lieto fine. L'aggiunta è la storia d'amore tra Sara, che nel copione originale non esiste, e Tirsi. E' un'aggiunta di Brizzi che non guasta. Semmai a spiazzare sono alcune trovate "moderne": tra le più simpatiche, la foto (con seguito di pubblicazione sui social) che Tirsi scatta ai suoi compagni di ventura durante la visita a Maria e Giuseppe.
Se Gelindo si chiama Jelin, Mafè è Mané, Tirsi è Maicon (un omaggio all'ex calciatore dell'Inter, spiegò Brizzi), Medoro è Jefferson e Narciso diventa Nomine. Sono nomi scelti per renderli più comprensibili a un pubblico vasto, dal momento che l'opera sarà proposta in giro per il mondo, ad esempio in Brasile, paese in cui Brizzi lavora con frequenza.
E' evidente che la novità principale è data dalla musica, grazie a un'orchestra, diretta dallo stesso Brizzi. Da segnalare che, per ricavare lo spazio agli orchestrali, sono state rimosse 70 poltrone del teatro. La presenza femminile (Sara) è un inedito, così come la già citata "love story". Non si parla dialetto (a parte un "anduma" finale) e mancano le battute che il vernacolo garantisce. Ci sono anche un paio di feste in musica, che la "cumedia" non include.
Aldo Brizzi, alessandrino, è l'artefice dello spettacolo. Cornelia Gelser si occupa della regia, l'orchestra è la Filarmonica del lago di Como. Il ruolo di Gelindo è affidato a Emilio Marcucci.
Un nutrito staffi, un mese di prove: è chiaro che Alessandria ne beneficia, così come evidente che il nome della città sarà portato, comunque, in giro per il mondo. Anche per questo motivo, si sono unite molte forze (l'investimento è importante...) ed è stato creato un comitato "ad hoc", presieduto da Peo Luparia. La speranza è che il pubblico risponda. Qualche biglietto è ancora disponibile (www.ciaotickets.it, ricerca: Gelindo), soprattutto per lo spettacolo di domani.
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