Autunno bollente. Coldiretti: “dobbiamo fare i conti con la tropicalizzazione”
Temperature superiori alla media, non cadono le foglie ed è Sos nelle campagne per insetti
PROVINCIA – Ad una settimana dagli eventi alluvionali continuano le operazioni di ripristino e in tutti i Comuni interessati i sindaci hanno avuto l’autorizzazione dalla Regione a conferire i fanghi e i detriti trasportati dalle esondazioni in aree provvisorie affinché il ripristino delle attività possa avvenire nel più breve tempo possibile.
“Continuano i nostri sopralluoghi nelle aziende e i tecnici Coldiretti sono al fianco degli imprenditori per la mappatura dei danni nelle zone maggiormente colpite dal maltempo. Quel che è certo è che siamo di fronte ad un clima anomalo e in questi giorni ne abbiamo avuto ulteriore dimostrazione. – affermano il presidente e il direttore di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – Le condizioni meteorologiche quasi estive nel pieno dell’autunno, la cosiddetta ottobrata, non sono un fenomeno raro ma quest’anno si inseriscono in un quadro generale che conferma il cambiamento climatico in atto e una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta proprio con una più elevata frequenza di eventi violenti come le alluvioni, sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense e rapido passaggio dal sole al maltempo”.
Non cadono le foglie dalle piante che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione e in giro ci sono ancora mosche e zanzare a testimoniare un “autunno pazzo”, che si classifica nella top ten dei più bollenti dal 1800 con una temperature di 1,27 gradi superiore la media.
“Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature. – aggiungono Bianco e Rampazzo – Nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture come la cimice asiatica che ha invaso città e campi coltivati dove sta facendo strage di frutta”.