Bonadeo: “gli elettori non sono di nessuno, né di destra, né di sinistra”
Il binomio cultura-turismo, la crisi del centro destra, i progetti personali. Chiacchierata a tutto campo con il vicesindaco di Alessandria, con uno sguardo alle elezioni comunali del 2012
Il binomio cultura-turismo, la crisi del centro destra, i progetti personali. Chiacchierata a tutto campo con il vicesindaco di Alessandria, con uno sguardo alle elezioni comunali del 2012
Paolo Bonadeo, vice sindaco e assessore alla Cultura del Comune di Alessandria, la politica ce l’ha nel sangue, e si vede. E’ ben disposto a discutere di questioni amministrative, ma se gli proponi di analizzare in maniera un po’ più ampia le dinamiche della società e gli scenari del Paese si illumina, forte della sua laurea in Filosofia, ma soprattutto di una passione autentica, nata quando aveva i calzoni corti. Lo incontriamo nel primo pomeriggio, nel suo ufficio all’interno di Palazzo Ghilini: arrivarci è sempre piacevole, perché si passa attraverso una serie di esercitazioni musicali e “prove di concerto” dei ragazzi del Conservatorio Vivaldi, colonna sonora di tutto lo stabile.
Assessore, diciamo che non tira un’aria vincente per il centro destra…
Bravo, per il centro destra. A me certi distinguo tra Pdl e Lega, dopo l’oggettiva sconfitta elettorale alle amministrative, sono parsi un po’ pretestuosi. E naturalmente non amo girare attorno al problema, o cercare giustificazioni. Perdere Milano è stato traumatico, e in Piemonte non è andata molto meglio. A parte Torino, che davamo per “andata” già alla vigilia, siamo crollati in tutta la cintura del capoluogo regionale, ed è passata al centro sinistra pure Novara, dove pure la Lega ha due pezzi da novanta come Cota e Giordano.
Quindi secondo me lo schema destra sinistra è ormai saltato, e bisogna saper guardare oltre, e proporre agli italiani un progetto e una speranza. Il Pd, per dire, ha poco da rallegrarsi: in questo giro gli è andata meglio, ma rischia di essere travolto dallo stesso malessere. Il punto è che gli elettori non sono più di nessuno, e sempre più sembrano volersi ritrarre, uscire dal gioco. E questa è la responsabilità che qualsiasi politico serio, di destra di sinistra o di centro, dovrebbe avvertire oggi.
Lei è assessore alla Cultura e vicesindaco di Palazzo Rosso da quattro anni. Tentiamo un bilancio?
Sono molto soddisfatto, e non lo dico per facciata. Fino al 2007 ad Alessandria cultura, turismo ed economia viaggiavano su binari diversi, addirittura nella precedente giunta di centro sinistra le competenze che ho attualmente erano smembrate tra assessorati differenti. Noi abbiano giocato questa carta del binomio stretto tra cultura, turismo, marketing territoriale. Con risultati eccellenti, sul piano qualitativo ma anche dei numeri, che possono dare un’idea ai lettori. Allora: nel 2010 abbiamo avuto ad Alessandria città 81.620 arrivi di turisti, con 136.164 presenze (le presenze sono date dal numero dei turisti moltiplicato per i giorni di permanenza sul territorio, ndr). Il che vuol dire una crescita del 42% di presenze rispetto al 2009, in un trend positivo cominciato peraltro già nel 2008.
Il che significa che Alessandria traina turisticamente anche aree apparentemente più appetibili del territorio?
Guardi, c’è chi la legge così, e chi invece ribadisce la specificità di Ovada, o di Casale. A me va benissimo in ogni caso: quel che è certo è che Alessandria, anche grazie agli accordi con Autozug, pesa per il 29% sul flusso turistico complessivo della provincia. Ma è ovvio che poi le persone si spostano, girano, si fermano dove preferiscono. Quel che conta è che, secondo l’Agenzia Sviluppo Piemonte Turismo, ogni visitatore spende in media circa 100 euro al giorno sul nostro territorio. Insomma, il turismo è oggi anche volàno economico, e fino a quattro anni fa il legame non era quasi percepito, nè incentivato.
Però le casse del Comune sono sempre più vuote…anche la cultura ne risente, immagino….
E’ cambiato il mondo nel frattempo, e con esso i criteri di gestione dei nostri enti locali, vincolati dal patto di stabilità, impossibilitati a fare nuove assunzioni, e in effetti con risorse finanziare sempre più scarse. Però attenzione: un cretino, anche se ha tanti soldi, può spenderli male. Se invece ci sono metodo, strategie, obiettivi condivisi e professionalità serie, anche con pochi denari si possono realizzare, in ambito culturale, progetti significativi.
Assessore Bonadeo, ci sarebbe la questione Teatro Comunale
(sorride, ndr)..Qui mi deve consentire di tacere, perché ci sono in corso accertamenti giudiziari, ed è corretto attenderne i risultati. Certo, quel che è successo alla struttura del Comunale come alessandrino non è piaciuto neanche a me, e le responsabilità vanno chiarite. Il teatro però, come azienda che produce e propone eventi, non si è mai fermato, e non si fermerà. Abbiamo messo in pista altre soluzioni logistiche, magari non ottimali ma che hanno funzionato. E per la prossima stagione vedremo di attrezzarci al meglio…
Ha ancora senso pensare di diventare il secondo Teatro Stabile del Piemonte?
Io credo di sì, anche se questa è questione che va posta non a me, ma a chi rappresenta la Fondazione Tra.
Bonadeo, nel 2012 a Palazzo Rosso si vota. Lei sta con Fabbio senza se e senza ma, o con dei distinguo? E vorrebbe continuare a fare l’assessore alla Cultura?
Io sono parte integrante di questa giunta di centro destra, e gli elettori mi giudicheranno con essa. Sono d’accordo peraltro con Formigoni quando dice che comunque chi ha governato per cinque anni ha il diritto e dovere di ri/presentarsi dinanzi agli elettori. A meno che, naturalmente, non si decida come partito e coalizione di adottare le primarie come strumento a tutti i livelli. Per quanto mi riguarda, considero la mia esperienza come assessore alla Cultura assai positiva, ma conclusa. Se ci sarà bisogno di me in altra forma, sarò come sempre a disposizione.
L’esito dei referendum l’ha delusa?
Era tutto assolutamente previsto. Trovo demagogico soprattutto aver indotto gli italiani a confermare che la gestione degli acquedotti deve restare in mano pubblica (ossia ai partiti) mentre l’Europa ci chiede il contrario. Ma se la mano pubblica ha finora gestito il tutto con inefficienza e clientele, vorrei capire perché mai d’ora in poi la musica dovrebbe cambiare. Me la passa una battuta? Mi creda, in Italia i Consorzi dell’acqua pubblica danno assai più da mangiare che da bere….
Ultima domanda, ma sia sincero: sotto sotto le spiace non essersi trasferito armi e bagagli a Torino, come sembrava dovesse succedere…
Guardi, questo tormentone di Torino interessa soltanto più a voi giornalisti, e alle mie zie. In realtà la politica non si fa per interesse personale, ma per passione. Io milito da quando avevo 13 anni, si figuri, e credo che farò politica, in forme sempre diverse, tutta la vita. Torino? Città bellissima, la adoro, la frequento e la frequenterò sempre più in futuro, spero.